Giro del mondo giorno 3 – HARE KRISHNA HARE RAMA

Anche oggi la sveglia suona alle sette, mi sveglio e mi preparo una colazione. Oggi sono da sola a casa.

Non so bene cosa mangiare quindi mi prendo una tazza di caffè e mi preparo un uovo con del cheddar. E dire che non avrei voluto mangiare uova oggi.

Dopo una bella doccia mi preparo e ricontrollo lo zaino, perché sono un po’ preoccupata per il peso.

Controllo le ultime cose da fare che voglio vedere oggi e prenoto la mia corsa Uber. Oggi ho deciso di prendere un motorino e l’esperienze è stata esilarante.

A parte che per prendere il motorino secondo me sarebbero utile degli occhiali da sole e una mascherina, ma il casco è assolutamente inutile: appena lo scooter prendeva velocità mi volava via, per cui durante la corsa con una mano mantenevo il caso e con l’altra mi aggrappavo all’autista, però non sapevo bene dove mettere le mani per reggermi mi sembrava strano mettergli la mano sulla pancia.

A un certo punto gliel’ho messa sul petto.

Durante la mia corsa ho visto la solita famiglia senza casco, mendicanti e persone che guidavano senza scarpe. La corsa mi costa 180 rupie. Con il cambio attuale sono quasi 2€.

La corsa è durata 40 minuti e sono arrivata al giardino botanico Lalbagh e una volta qui vedo che l’ingresso è di 30 rupie, anche se online c’è scritto che è di 25 rupie.

All’interno del giardino non è possibile fare foto con la macchina fotografica e, non si capisce perché, con il telefono è tutto possibile.

Non è possibile consumare cibo però è interessante notare che ci sono venditori di street food.

Si tratta di un posto bellissimo, si sentono solo gli uccellini cinguettare, e ci sono delle palme enormi.

È tutto veramente bellissimo. Dato che l’ingresso è a pagamento e dato che i venditori di strada sono proibiti, direi che questo posso è una vera oasi di pace e di sicurezza.

Si esce per un attimo dal caos della città. Purtroppo all’inizio c’è un po’ di nebbia, ma questo non toglie la bellezza di questo posto.

Arrivo all’orologio floreale, un orologio di 7 metri di raggio che funziona a energia solare installato vicino all’ingresso principale di Lalbagh nel 1983.

NOTA: L’orologio utilizza un oscillatore elettronico regolato da un cristallo di quarzo per tenere il tempo. È circondato da statue di personaggi popolari delle fiabe, come Biancaneve e i Sette Nani.

Il percorso da seguire prevede di andare prima nella statua dell’orologio, di fronte ci sarà la statua del Maraja. Dopo si gira a destra in direzione dell’acquario.

Non esiste una guida cartacea ma online si può trovare qualcosa .

Bangalore viene considerata la città giardino, ci sono tantissimi parchi, inoltre il suo posizionamento geografico favorisce la crescita di molti alberi di molte piante

Mentre osservavo un fantastico tamarindo vedo tanti scoiattoli che salgono sugli alberi. Che posto fantastico.

C’è un enorme albero di cotone grandissimo di 200 anni. Cavolo è davvero grande, non riesco a farlo stare nemmeno nella fotografia.

Purtroppo il giardino delle rose è talmente chiuso, e comunque è ancora un po’ presto per vedere la fioritura delle rose.

Questo posto è veramente tranquillo, inoltre ha dei profumi buonissimi ed è pieno di coppiette che si tendono la mano, stando magari seduti sul prato, sulle panchine… Che pace.

Come dicevo, è proibito utilizzare la macchina fotografica, ma non c’è nessun controllo, è proibito sporcare, e direi che è abbastanza sporco. Vedo ciabatte rotte abbandonate ovunque.

Costeggio il lago fino ad arrivare alle cascate artificiali che hanno addirittura orari prestabiliti. Ma diciamocelo, è una diga.

Arrivo alla serra in vetro. Wow che spettacolo. Mi fermo anche a fare delle foto con degli indiani e poi m continuo la mia passeggiata accompagnata da tanti scoiattoli.

Continuo a camminare fino alla metropolitana. Ho di nuovo provato il brivido di attraversare la strada.

Non avevo mai preso la metropolitana in India, però devo dire che piuttosto semplice.

ECCO COME FARE: passi dai controlli, prima fai passare lo zaino poi hai l’ispezione con il metal detector. Se sei una donna l’ispezione avverrà in cabina e solo un’altra donna ti può ispezionare. Se non ci sono donne disponibili, non riceverai nessun controllo.

Poi passi in biglietteria, ti basterà dire dove andare e saranno loro a indicare la strada migliore.

Ero un po’ confusa quando noto che invece del biglietto mi hanno dato un gettone. E ora come lo uso sto coso?

Vedo un uomo indiano che parla perfettamente inglese. Chiedo a lui: basta appoggiare il bottone e il gioco è fatto.

Cominciamo a chiacchierare, lui ha 62 anni ed è qui per aprire un’azienda però non ne è molto felice.

Mi parla dei suoi figli, che sono ingegneri con la passione per i viaggi.

Quando uno dei due figli gli ha detto che voleva lasciare tutto per viaggiare lui gli ha detto “vai, sii felice. Per te non voglio una vita standard fatta di studio, poi lavoro, poi matrimonio, poi figli. Sii libero”.

Vorrei continuare a parlare con lui ma arriva il treno, sono le 13 ed è strapieno. La guardia mi obbliga a entrare nella carrozza dedicata alle donne.

Sono in metro, non devo perdere la fermata. Non capisco se c’è una voce che ti avvisa della fermata però ci sono cartelli scritti in indi e m in inglese e poi c’è anche un cartello lumino luminoso la fermata quindi non dovrebbero esserci problemi.

Per uscire dalla metro basta inserire del buco il gettone. Ok una volta uscita dalla stazione ho avuto un po’ di fatica a capire da che parte io dovessi andare e quindi mi sono sentita un attimino in difficoltà. Poi ho continuato a camminare ho visto che c’era un’uscita non so se è la strada giusta però qui c’è scritto uscita dal lato della stazione.

Sicuramente c’è sempre tanta gente disposta ad aiutare, però è ovvio che appena ti trovi in una situazione che non conosci e non sai bene dove andare si crea un attimo di disagio. Comunque seguire i cartelli è sempre un ottima soluzione.

All’uscita c’è un insieme di tuktuk infiniti, ma non mi lascio convincere. Prendo un Uber, grazie. Anche questa volta salgo sulla moto.

Peccato che il mio autista continuasse a sbagliare strada: ho capito dai, apro Google maps e ti guido io.

Direzione: palazzo di Bangalore. Poco prima di arrivare passi davanti a una costruzione con mattonelle in ceramica blu e bianche. Non so di cosa si tratti ma la vista è stupenda.

Il Palazzo di Bangalore, è noto anche come “Bangalore Palace” ed è una residenza storica costruita nel 1887 dalla dinastia Wodeyar, con uno stile ispirato al castello medievale europeo. Ha torrette, merli e finestre gotiche.

Mi trovo fuori dal palazzo e sono in videochiamata con mia madre finché un ragazzo dal volto arabo si avvicina a me: sei italiana?

-si perché? Io sempre un po’ diffidente, perché non si sa mai

⁃ anche io!! Dice con accento emiliano. Sono delle marche. Piacere AlMan. Vediamo il palazzo insieme?

⁃ Si ok, mi piacerebbe molto

Mi offre l’ingresso di 300 rupie.

AlMan è un ragazzo italiano con padre arabo e madre indiana ( della parte sik).

La sua parlantina stupisce un collaboratore del palazzo, che ci mostra e ci spiega tutto e ci permette anche di fare foto (altrimenti proibito).

Il palazzo ha una parte dedicata agli uomini e una alle donne,m. Si sale al primo piano, il corrimano è fatto in CHERRY TREE e all’ingresso si trova una vera testa di elefante, è enorme. All’interno troverò anche zampe di elefante utilizzate come gambe di sgabelli o come vasi. Simbolo del colonialismo e di un periodo difficile per l’India.

L’interno del palazzo è un insieme di paesi: pareti in oro soffiato, lampadari del belgio, pavimenti italiani, decorazioni spagnole, vasi e mobili cinesi. Bellissimo. Senza di lui non avrei visto tutto questo.

Mi ha spiegato tutto delle foto che guardavo e mi ha mostrato un’avveniristica macchina del caffè.

Finisce il tour e io e alman restiamo a chiacchierare a lungo. Ha 23 anni e sogna di cambiare il mondo.

Lo accompagno in hotel, si fa una doccia ed è pronto ad andare al tempio ISKCON fInternational Society for Krishna Consciousness) conosciuta anche come Movimento Hare Krishna.

I membri dell’ISKCON spesso indossano abiti tradizionali come dhoti o sari e seguono uno stile di vita vegano o vegetariano.

Appena entrati ci si leva le scarpe e si lavano le mani in segno di purificazione. Si passa con i piedi nel bagnato per lo stesso motivo.

Si lasciano le scarpe in un sacco numerato al prezzo di 10 rupie .

Si comincia a camminare uno dopo l’altro, a simboleggiare che siamo tutti uguali e che si va avanti solo la persona davanti a noi va avanti.

Hare Krishna Hare Krishna, Krishna Krishna Hare Hare. Hare Rama Hare Rama , Rama Rama Hare Hare

Continui così finché una donna indiana ci guida dicendo di recitare il mantra ad alta voce affinché noi stessi possiamo sentire la nostra voce. Partono i 108 scalini. Uno scalino un mantra. E così via.

Si arriva all’interno del tempio, fatto in oro. Bellissimo. Ci sono persone che suonano e cantano. Mi siedo per meditare e raccogliere un po’ di energia.

Usciamo e ci dirigiamo verso l’orion mall, un enorme centro commerciale di fronte al wall street dove i prezzi tornano a essere europei. Mangio una cena indiana a 15€. È troppo piccante, non mi sento bene.

Riesco a tornare a casa per le 23. Mi faccio una doccia e vado a letto. Ripenso a tutto quello che è successo oggi e ogni volta non ci credo a quanto io sia fortunata.

Grazie vita, grazie sissi

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