Giro del mondo giorno 1 – arrivo in India

La sveglia suona alle 7, ma chi ha dormito? Mi sembra che la sera prima sia ancora qui. Una cena con mia sorella, le sue lacrime per la mia partenza, Masterchef, cena da asporto. Così ho passato l’ultima sera. Che poi uno l’ultima sera vorrebbe sempre fare tante cose ma poi alla fine c’è troppo poco tempo

Oggi ho tante cose da fare prima di partire, caffè e si parte. Bevo questo latte e caffè, guardo questi spazi familiari, li ringrazio e li saluto. Penso che questa comodità non la proverò per un po’.

Mi metto al pc e sbrigo le ultime cose per mia madre, ripenso all’organizzazione dello zaino. Forse potevo fare meglio. Forse devo fare meglio.

Ho tanto da fare e poco tempo, alle 14:30 andrò in aeroporto.

Devo controllare che le carte di credito siano ok. Basta. Rifaccio lo zaino.

Porca miseria pesa comunque troppo.

Ho dentro anche un binocolo. Non lo vorrei portare ma voglio fare tantissimi trekking. Voglio vivere la natura. Mi tornerà utile lo so.

Arriva mia sorella, passo altro tempo con lei,  ma come sempre quando devo prendere un volo ho la paura che succeda qualcosa e non me lo godo.

A pranzo una carbonara. Cavolo che buona!!! Non mi alleno da 3 settimane, ho fatto il pieno di carboidrati, questa non sono io. Eppure sono io. 

Alle 14:30 arriva Davide, è ora di partire. Sono emozionata e ho un po’ paura. Ma ho fiducia. Sono pronta. Durante il tragitto riusciamo anche a beccare un piccolo arcobaleno: mi sono convinta che gli arcobaleni portino cose belle. E così sorrido: andrà bene.

In aeroporto saluto persone che sono venute appositamente per me: sono qui per salutarmi e io penso all’impatto che abbiamo sugli altri, all’impatto che ho io sugli altri. Allora qualcosa di buono l’ho fatta!

Al check-in scopro che ho uno zaino che pesa 19kg. Decisamente troppo. Migliorerò. Forse ora sono troppo preoccupata. Ma come ci si veste per il giro del mondo? Che poi ho pochissimi vestiti. Forse ho esagerato con le medicine? Sarà dura muoversi con sto coso. Anche perché annesso ho uno zaino da 30 litri. 

Evidentemente non sono stata brava ed è anche questo che voglio condividere. Lo facciamo insieme questo viaggio, io e te che mi leggi.

Andrà bene! Me lo ripeto come un mantra perché ci credo, e così mando via i timori. Cominciamo a pensare a tutte le cose che andranno bene.

Nei voli internazionali bisogna arrivare in aeroporto con 3 ore di anticipo: c’è l’immensa fila del check-in, poi ci sono i controlli, poi bisogna arrivare al gate dei voli internazionali che spesso si trova dalla parte opposta dell’aeroporto, poi bisogna fare il controllo passaporto e camminare ancora ancora e ancora. Milano Malpensa è davvero lunga ahahaha.

Passo gli ultimi minuti in Italia al telefono con Alessandro, è bello ridere come se nulla fosse, come se non stesse cambiando niente, come se ci rivedremo presto. Come se…

NOTA: quando decidi di scegliere te è probabile che dovrai cambiare qualcosa, che dovrai mettere sottosopra qualcosa. Ti fa bene… ma ti fa anche male. Lasciare famiglia, amori, amici…e quando tornerai lo sai che le cose saranno cambiate e saranno cambiate senza di te.

Cammino a lungo e faccio questi pensieri finché arriva il momento della figura di merda: mia sorella mi ha regalato un bellissimo portachiavi a forma di cuore con una luce..e a quanto pare anche un’allarme che suona se la parte superiore si stacca. Che casino! Silvia sei la solita! Mi guardano tutti. 

Comincio a fare la fila, mostro passaporto, carta di imbarco…e non vedo l’ora di salire in aereo. Amo i voli internazionali: aerei larghi, grandi, comodi, con tutto il necessario per viaggiare bene.

Air India no. L’aereo è piccolo, non ha un odore stupendo, i sedili sono scomodi, lo schermo non funziona. Poco male, ascolto la musica. Il telefono è scarico ma ho la powerbank…si ma il cavo non funziona. Proprio non ne vuole sapere. Ma che cavolo.

NOTA: se hai uno zaino grande e non lo vuoi/ puoi tenere sotto al sedile assicurati di avere con te il necessario per un viaggio piacevole. Non deve mancare la powerbank, cuffie, libro/ebook reader, tappi per le orecchie, una felpa calda 

Il mio simpaticissimo vicino indiano, un ragazzo grosso, col berretto, anelli enormi, ha un iPhone, potrebbe aiutarmi lui. Ma in mio soccorso, senza che io dica nulla, arriva una ragazza indiana seduta accanto a lui. Poi noi 3 scambiamo sorrisi, dolcezza. E lui parla anche un po’ di italiano. Te l’ho detto Silvia, andrà tutto bene.

Sono le 22:30 è ora di cena. Sul sito di Air India avrei potuto scegliere la mia cena: cinese, vegetariano, musulmana… ma volevo la scoperta.

Opto per il pollo perché penso che mangerò vegetariano tutto il tempo. Pollo piccante con riso basmati e qualcos’altro. Poi ceci con melograno menta.. molto piccanti. E infine il dolce: vermicelli payassaam. Il sapore dolce mi ricordava un sapore che conosco, ma non c’è stato verso di ricordarmi quale.

Esisterà una versione non piccante? Quando vivevo in Cina, chiedevo costantemente 不啦 (bù là – non piccante) ma non ricordo grandi conquiste, quindi direi che semplicemente si accoglie quello che viene.

Mentre mangio il mio cervello ripete “non sporcarti, non sporcarti. Non sporcarti”. Missione compiuta.

Ci sono ancora molte ore di viaggio e lo schermo non ne vuole sapere di funzionare. Il telefono però è carico. Ho letto un po’ dall’applicazione LIBRI, ora posso dedicarmi alla mia playlist.

TO DO prima di partire: approfittare del Wi-Fi per scaricare musica/film/libri e per scaricare la mappa google del posto che si va a visitare.

Dopo 7 ore di volo per Delhi, una colazione alle 6 (le nostre due di notte) con vista Alba, atterro in una nebbia fittissima.

Cosa provo? Paura. E devo mantenere i nervi saldi, devo rimanere concentrata. 

Arrivo alle 8:30 e finisco le pratiche alle 9:15, scambiamo qualche battute sulla Meloni e via, posso entrare in India. La frase più bella sentita fino ad ora? “Welcome to India”.

Una cosa che mi fa impazzire dei bagni nell’aeroporto in India è che ti indicano sempre quanti minuti sono necessari per il bagno successivo. Mi immagino un’orda di persone in preda al panico con la necessità di andare in bagno che si contendono gli spazi.

Apprezzata sempre molto la fontanella di acqua potabile. Ne ho approfittato per riempire la mia borraccia. D’altro sto per lasciare il freddo nord.

Fare una sim può essere lunghino, a meno che tu non vada in città. Ti servirà un numero indiano a cui mandare un codice otp. Inoltre la sim si attiva dopo mezz’ora. Non comodissimo se ti serve al momento. Molto più semplice farlo una volta arrivati in ostello. Però se si va in città si evita tutta questa trafila. Opto per spendere €4 per una e-sim di Airalo: quando arriverò a Bangalore avrò urgente bisogno di Internet. Mi da fastidio sprecare soldi così, ma per ora non ho soluzioni.

VUOI UNO SCONTO? Usa il codice SISSI9618 per registrarti oppure al momento del checkout. Qui il link diretto

Ps: in aeroporto per avere l’accesso a internet bisogna raggiungere un helpdesk, qui riceverai username e password.

Mamma che sonno, salgo sull’aereo e aspetto giusto l’annuncio dell’hostess che ci chiede di allacciarci le cinture e sto già dormendo. Accanto a me c’è una ragazza indiana con un sari ocra e rosso che mi ispira per farle mille foto. Si è seduta con le gambe incrociate sulla sedia e si è coperta completamente con il suo sari, ha sonno anche lei. 

Mi sveglio solo per il pranzo. Questa volta lo scelgo vegetariano. Riso, fagioli, carote alla julienne e un tortino al cioccolato. Apprezzato.

Ho ancora sonno. In aereo ho dormito dalle 13:30 alle 16:30. Non ero nemmeno sicura di essere ancora in volo. Sono arrivata a Bangalore. Ora ci sono 28 gradi.

L’aeroporto è bellissimo, è tutto così stupendo, c’è un cielo azzurro e le palme. In contrasto a questo paradiso sono i militari: ci sono militari armati ovunque anche al ritiro bagagli. Ma non ci sono solo loro, trovi banchetti con persone pronte ad aiutarti per qualunque cosa tu abbia bisogno. Hanno proprio questa funzione specifica.

Inoltre, appena fuori dall’aeroporto di Bangalore ci sono quattro banchetti, ognuno dei quali è specializzato in un supporto: albergo, Sim, gestione bagaglio. Avrei voluto fare una sim, ma non c’era già più nessuno. Sono le 17:30.

Sulla sinistra, in una postazione separata rispetto ai Taxi, c’è una stazione per OLA e una per Uber.

Inoltre la stazione per Uber è ulteriormente divisa rispetto a quale Uber prendi (UberGO, UberPremium, UberXL)

Nota: se vuoi risparmiare e prendere UberGo sappi che non sarà possibile pagare con la carta di credito ma esclusivamente in contanti, per cui bisogna assicurarsi di prelevare oppure di cambiare il denaro. Per fortuna, avendo 5 ore a disposizione a Delhi, l’avevo già fatto. Non avevo messo in conto che non danno resto. Poco male, la corsa mi sarebbe costata 730 Rupie ma sono riuscita a darne 700.

Divertente come le persone in fila cerchino sempre di superarti, e per il momento glielo lascio anche fare. Mi sento troppo serena. Sto facendo la cosa giusta

Sono sul taxi e sono in maniche corte, (spoiler: dimenticherò la felpa nel taxi) c’è un tramonto favoloso e davanti a me un cuscino a forma di cuore. L’aria è fresca e estiva. Il mio Uber non parla molto ma io ho il cuore leggero, felice. 

Per ora il clacson viene utilizzato con parsimonia e vedo anche dei caschi sulle moto. Durerà poco. Ci sono venditori di frutta (soprattutto di Ananas). C’è tantissima gente e un traffico assurdo. Pian piano abbandono la pace dell’aeroporto e mi catapulto nell’incasinata Bangalore.

Il viaggio dura circa 40 minuti, nel frattempo il sole comincia a tramontare. Arrivo dal mio Couchsurfing: si tratta di un’applicazione (prima gratuita) che costa €2,50/mese o l’anno e ti permette di trovare persone disposte ad aiutarti per l’alloggio.

E’ molto comodo perchè puoi trovare le recensioni di ogni host così sarai sempre al sicuro. Inoltre potrai risparmiare su vitto e alloggio, ed è una grandissima comodità.

Al mio arrivo mi saluta LEO, un cucciolone di Labrador di 7 anni e Deepa, una donna piena di energia. Mi trovo al 25 piano, ho una vista stupenda e sono in una casa meravigliosa. Ho una camera tutta per me e il bagno personale. Come sempre asciugamani e sapone sono esclusi, ma sono sicura che se li avessi chiesti me li avrebbe dati.

 Deepa mi ha dato un abbraccio bellissimo, caldo e mi ha accolta con un fantastico “Welcome to India”. Ci siamo sedute in questo bellissimo salotto e abbiamo chiacchierato. Poi doccia e poi passeggiatina fuori con il cane. Lei conosce tantissime persone qui anche se si è trasferita da poco.

A casa c’è anche suo figlio di 13 anni e in casa parlano solo inglese. Mi spiega che è normale in India: ci sono 52 lingue ufficiali e spesso tra di loro non si capiscono. Così cominciano con il parlare inglese prima di capire se possono passare all’Hindi.

Mi spiega, poi, che lei viaggia molto per lavoro e che quindi i suoi vicini sono sempre disponibili ad andare a badare al figlio e al cane. Insomma in India c’è un grande un senso di comunità.

Lei abita nel cuore della Silicon Valley Indiana, qui ci sono le grandi aziende come Facebook o Netflix. E la struttura in cui si trova questa casa è enorme: c’è la palestra, 4 campi per giocare (tennis, pallavolo, calcio, basket) un parco giochi e una club house. Una città nella città insomma.

Sono le 22, ho mal di testa, mi offre una birra. La prendo ma poi devo crollare. Buonanotte India.

Spesa della giornata €11 (che se fossi riuscita a fare la scheda sim sarebbero stati meno, ma vabbè). Il cambio è 1=90 rupie (che quando cambi diventano 86).

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